Home / Blog / Scuola / Il carico cognitivo nella Didattica a Distanza (DAD e DID)
L’assenza di competenze digitali pre-pandemia è la concausa principale di quello che possiamo definire il risvolto negativo maggiore che abbiamo avuto durante l’emergenza sanitaria: il carico cognitivo che ci siamo trovati ad affrontare.Il carico cognitivo è stato spesso confuso con una quantità eccessiva di compiti assegnati, in modalità sincrona o asincrona, agli alunni confinati nelle proprie abitazioni. In realtà il carico cognitivo non dipende, o meglio, non è rappresentato dalla quantità dei compiti, delle pagine di studio assegnate.
Il carico cognitivo che abbiamo avuto modo di vedere durante il lockdown era legato anche al dover imparare ad usare le nuove tecnologie per studiare; a dover imparare ad usare diversi strumenti di comunicazione e collaborazione per la DAD; a doversi destreggiare tra più applicativi utilizzati e proposti dai docenti di una stessa classe – se non da uno stesso insegnante! – ma anche alla ridondanza delle informazioni ricevute dalla scuola: le stesse comunicazioni, gli stessi compiti, inviati su più canali contemporaneamente (Registro Elettronico, una o più piattaforme per l’e-learning, e-mail, WhatsApp, ecc.) con l’illusione che così facendo si potesse raggiungere tutti. Insomma, la difficoltà principale per tutti – docenti, alunni e famiglie, è stata switchare tra un applicativo e l’altro, cambiare modalità di comunicazione; comunicare, in alcuni casi, attraverso diversi canali contemporaneamente e nel frattempo, dedicarsi alla preparazione/ all’apprendimento dei materiali di studio/da restituire, dando per scontato e presunte le competenze digitali dei docenti e dei ragazzi.
Parlando di apprendimento multimediale, gli studi sul carico cognitivo dimostrano che l’apprendimento funziona meglio se si adottano i principi, orientati a:
[Giuseppina Martelli, estratto dal nostro e-Seminar “SCUOLA INCLUSIVA 3.0: DAD e DDI per i Bisogni Educativi Speciali”]
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