Home / Blog / Pubblica amministrazione / Whistleblowing: dal 15 luglio 2023 aziende ed enti pubblici devono prevedere procedure interne
A partire dallo scorso marzo, la nuova disciplina del whistleblowing è stata introdotta nel nostro ordinamento con l’adozione del Decreto Legislativo 24/23, che recepisce la Direttiva UE 1937/19.
Prevede nuovi standard per la protezione dei whistleblowers (in italiano “segnalanti”), ovvero coloro che segnalano spontaneamente violazioni di disposizioni normative, nazionali o dell’Unione europea, commesse all’interno di un’organizzazione pubblica o privata, a cui sono legati per ragioni lavorative o per altre forme di collaborazione.
Al fine di tutelare la sicurezza e la riservatezza dei whistleblower, il D. Lgs. 24/23 individua specifici canali di segnalazione che, anche tramite l’uso di strumenti crittografici, assicurano la protezione dei segnalanti da forme di ritorsione, come licenziamento o demansionamento.
In particolare, chi è a conoscenza di irregolarità può segnalarle, in forma scritta o orale, tramite:
La principale novità introdotta riguarda i canali di segnalazione interna: oltre che tutte le organizzazioni pubbliche, il D. Lgs. 24/23 dispone che anche gli enti privati con più di 50 dipendenti sono tenuti a predisporre adeguati canali di whistleblowing interni, individuando una persona o un ufficio autonomo, interno od esterno all’organizzazione, dedicato alla gestione del sistema.
Le aziende private che occupano fino a 249 dipendenti dovranno allinearsi alla normativa entro il 17 dicembre 2023, mentre quelle che ne impiegano un numero maggiore entro il 15 luglio 2023.
Considerando le severe sanzioni pecuniarie applicabili (fino a 50.000 euro), è importante per le organizzazioni pubbliche e private affidare la gestione dei canali interni ad un personale che abbia ricevuto una formazione specifica per tale compito, che sia in grado di coordinare la comunicazione con i whistleblowers in modo efficace e che, allo stesso tempo, ne assicuri la riservatezza.
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